La quintessenza del territorio
Chiesa S. Maria del Suffragio

Chiesa S. Maria del Suffragio

Risalgono al 1689 le opere che la confraternita del Suffragio intraprende per l’edificazione della sua chiesa che, aperta nel novembre del 1702, è consacrata dall’arcivescovo di Fermo Alessandro Borgia nel maggio del 1730. L’edificio, a questa data, manca ancora della facciata e del campanile, lavori iniziati nel 1792 dall’architetto camerale Pietro Augustoni di Como affiancato poi, per l’ornamentazione plastica dell’interno, da Francesco Lepori di Lugano e dal lombardo Stefano Interlenghi. Tali lavori, che prevedono anche il prolungamento dell’immobile verso est, più volte sospesi, terminano nel 1803 con il rifacimento del pavimento, del cornicione e della volta.

 La facciata, realizzata con mattoni arrotondati, presenta due ordini sovrapposti, con lesene a sostegno della trabeazione, volute laterali di raccordo appena accennate e un frontone triangolare nel coronamento. Il colore del laterizio è accompagnato al bianco della pietra, scelta per i capitelli, il portale, la mostra della finestra e le urne fiammeggianti. Nell’articolazione compositiva del fronte sembra chiaro il rimando alla facciata della chiesa di S. Filippo a Recanati, realizzata dall’Augustoni nel 1774. All’interno l’edificio presenta un impianto planimetrico longitudinale con navata unica e quattro cappelle laterali. Sulle pareti, ritmate dalla successione di lesene dai capitelli compositi, s’intervallano quattro coretti con parapetti lignei dipinti a
finto marmo e ornati da rilievi; nella copertura, la volta a botte, lunettata in corrispondenza delle quattro finestre, è ornata da cornici e percorsa da arcate con rosoni. L’altare maggiore intagliato dall’Angeletti, è disegnato da Gianfilippo Carnili che, in qualità di scultore, realizza per la Confraternita anche la venerata statua della Madonna Addolorata (1735). In controfacciata, la cantoria e la mostra dell’organo, in legno intagliato e dipinto, progettate dal Giannetti, sono lavorate rispettivamente dal moglianese Sebastiano Seri nel 1788 e dal Gualtieri. Realizzate fra Sei e Settecento sono anche le maggiori opere pittoriche che arredano la chiesa, come la tela del secondo altare in cornu evangeli con l’Addolorata che regge il corpo di Gesù e S. Carlo Borromeo (1740) dell’anconetano Domenico Simonetti, il dipinto del secondo altare in cornu epistulae, raffigurante la Madonna Gesù Bambino tra i santi Agostino, Monica, Filippo Neri e Gaetano da Thiene (1714-27), la tela in cornu epistolae Con la Madonna il Bambino, san Nicola da Tolentino e le anime purganti di Ubaldo Ricci (1699), la pala dell’altare maggiore con la Madonna Gesù Bambino e i santi Francesco Saverio e Maria Maddalena (1702 ca.) e quella del primo altare in cornu evangelii, raffigurante il Transito di S. Giuseppe (1700), entrambe dipinte da Pietro Simone Fanelli.
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