Sefro
Il Comune di Sefro occupa la valle dello Scarzito, che si origina alle falde del monte Pennino e, nella parte alta, viene denominata Valle Scurosa. Include nel suo territorio l’altopiano di Montelago, una conca carsica, che alimenta numerose sorgenti limpide e freschissime. Le sorgenti generate dall’altopiano garantiscono allo Scarzito una portata costante, una notevole pescosità ed un corso spettacolare a vedersi. La valenza paesaggistica del fiume raggiunge la sua punta massima nella cascata che sta proprio al centro di Sefro capoluogo ed il terziere di Sassi, che sovrasta il salto del torrente, ha tutte le caratteristiche del villaggio fortificato (“castrum”), a partire dal quale si sarebbe sviluppata la “villa Sefri”. In ragione della sua comprovata sicurezza, nel 1259, Sefro ospitò i maggiorenti di Camerino, messi in fuga dalle truppe ghibelline di Manfredi. Nel 1423, Sefro, ormai incluso nella signoria dei Varano, fu uno dei primi “castelli” a darsi uno Statuto, indubbiamente, il più significativo documento scritto riguardante il passato della comunità sefrana. La valle dello Scarzito è contornata di montagne (tra cui spiccano il Monte Camorlo, il Monte Primo, il Monte Vermenone e il Monte Linguaro) inserite nella quinta del Monte Pennino (1571 m s.l.m.), dotate di tipici pascoli sommitali e di versanti tra i più boscosi del centro Italia. Un cosiffatto habitat favorisce un discreto popolamento faunistico, che include anche il lupo, e una flora molto varia. Fauna e flora sono sistematicamente monitorati e catalogati dal Dipartimento di Scienze della terra dell’Università di Camerino.